«Le macchine possono pensare?». Uno dei metodi più noti per rispondere a questa domanda – e quindi valutare se un’intelligenza artificiale è diventata senziente o almeno è in grado di simularlo in maniera per noi indistinguibile – è proprio il cosiddetto Test di Turing, su cui torneremo più avanti e che è stato ripreso in celeberrime opere fantascientifiche come Blade Runner o Ex Machina.
Fin dall’infanzia, Alan Turing viene notato per la sua spiccata intelligenza. Ancora adolescente, Turing si appassiona infatti alla soluzione di complessi problemi matematici e all’auto-apprendimento delle scienze avanzate, mentre gli studi tradizionali proseguono a fatica.
Attenzione, nonostante la predilezione per gli studi sarebbe un errore immaginare Alan Turing come il classico topo da biblioteca avvizzito sui libri.
Turing affrontò il problema nel 1936 immaginando una macchina dotata di un nastro infinitamente lungo. Il nastro è ricoperto da simboli che forniscono alla macchina le istruzioni, spiegando come manipolare gli altri simboli. La macchina universale di Turing, come divenne poi nota , rappresenta un fondamentale modello matematico su cui si basano tutti i computer che ancora oggi utilizziamo.
Le doti matematiche di Alan Turing, insomma, sono di primissimo ordine. Lo scienziato britannico avrà occasione di metterle all’opera nel 1939 in un problema tutt’altro che teorico, quando, assieme ad altri colleghi, venne chiamato a soli 27 anni a lavorare per l’esercito britannico in una tenuta poco fuori Londra nota come Bletchley Park. Qui metterà all’opera le sue abilità matematiche al fine di decifrare la macchina Enigma, usata dall’esercito nazista per inviare comunicazioni segrete .
Le spie britanniche erano in grado di intercettare i messaggi tedeschi, ma non di comprenderne il contenuto, nascosto da uno strato di 159 miliardi di miliardi di combinazioni possibili.
Turing e i suoi colleghi – basandosi sul precedente lavoro svolto da matematici polacchi – vennero a capo dell’immenso problema sviluppando una macchina nota come «la bomba», in grado di interpretare i messaggi trasmessi tramite Enigma.
Nel dopoguerra, Alan Turing concentra la sua attenzione sull’informatica e sui suoi potenziali sviluppi, ideando nel 1946 il progetto impiegato per sviluppare il primo computer elettronico britannico – noto come Automatic Computing Engine – e poi, come già accennato, dedicandosi ad aspetti teorici relativi all’intelligenza artificiale.
È infatti in un paper accademico del 1950 – Computer machinery and intelligence – che Turing si chiede se le macchine possano pensare e immagina un modo per capire se lo stiano effettivamente facendo: il Test di Turing. La straordinaria vita di Alan Turing si conclude purtroppo precocemente e tragicamente. Nel 1952 viene condannato per «grave indecenza» a causa della sua relazione con un altro uomo. La sua morte fu con tutta probabilità un suicidio. Ci vorrà ancora del tempo prima che l’Inghilterra cancelli il reato di omosessualità, la cui abolizione sarà proposta nel 1957 e diventerà legge soltanto nel 1967.